Dal Sole24Ore del 23 maggio 2013 – Tornano forti tensioni sui mercati finanziari internazionali e
il Giappone guida un sell-off di titoli obbligazionari e un netto
ripiegamento delle Borse asiatiche. Dopo che il numero uno della Federal
Reserve Ben Bernanke ha lasciato intravedere una prossima riduzione
degli stimoli monetari negli Usa, è arrivato oggi il primo vero segnale
di problematicità legato alle politiche ultra-espansive della Banca del
Giappone (BoJ): i tassi sui decennali giapponesi sono balzati oltre l'1%
per la prima volta dall'aprile 2012, all'indomani della mera conferma
da parte della BoJ della rischiosa strategia introdotta il 4 aprile
scorso (quando il tasso sul decennale era allo 0,55%), che prevede sia
il conseguimento di un tasso di inflazione del 2% sia un appiattimento
dei tassi a lungo termine attraverso il raddoppio in due anni della base
monetaria. L'indice Nikkei della Borsa ha iniziato in forte rialzo di
circa il 2% sull'onda di un dollaro salito oltre quota 103 sullo yen (ai
massimi da 4 anni e 7 mesi) ma poi è andato in picchiata fin del -4,5%
di fronte agli strappi sul mercato obbligazionario.
Il mercato del Jgb (Japan Government Bond), già
sotto pressioni rialziste sui tassi, si è rivelato sensibile a
fattori esterni come i movimenti sul titoli di Stato Usa (con il rialzo
dei tassi americani) sia a fattori "interni" come le parole o i silenzi
della BoJ, e ha guidato un sell-off di bond su scala globale.
Per limitare i danni, la banca centrale ha parlato oggi, annunciando a
tambur battente un'operazione di fund-supplying da 2mila miliardi di
yen per fornire prestiti a breve termine a tasso fisso alle istituzioni
finanziarie al fine di calmare "l'aumento irragionevole della volatilità
sui tassi a lungo termine". Inoltre il portavoce del governo Yoshihide
Suga è intervenuto per dichiarare che "la BoJ saprà agire in modo
appropriato per far fronte al rialzo dei tassi".Vari esperti ritengono
che la BoJ non riuscirà a fermare l'aumento dei tassi a lungo specie se
la Fed tirerà il freno, mentre in un contesto di così alta volatilità il
trading sui bond diventa molto rischioso e le banche cercano di
limitarlo.
Le pressioni al rialzo sui tassi giapponesi stanno cominciando ad
avere conseguenze internazionali, perché hanno indotto gli investitori
istituzionali nipponici a sospendere l'acquisto di bond (e titoli
azionari) esteri la scorsa settimana, dopo tre ottave di acquisti netti:
hanno venduto obbligazioni straniere (su base netta) per 808,4 miliardi
di yen (e azioni estere per 136,9 miliardi di yen). Non si stanno
davvero materializzando, dunque, gli attesi forti acquisti di titoli del
debito sovrano estero da parte di banche e assicuratori giapponesi che
erano stato anticipati dagli investitori occidentali contribuendo a
schiacciare nelle ultime settimane i tassi anche sul debito dei Paesi
europei. Per contro, gli investitori non giapponesi hanno continuato la
settimana scorsa a essere compratori netti di azioni sul mercato di
Tokyo (per 716 miliardi di yen).
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