L’effetto combinato dell’incremento del 60 per cento della base
imponibile e delle aliquote elevate, applicate alle abitazioni in
locazione, che possono variare dallo 0,76 all’1,06 per cento,
comporta una rilevante lievitazione dell’ammontare dell’imposta
rispetto all’Ici. La ripartizione tra locatore e locatario del maggiore
onere, dipenderà dallo stato del mercato.
Man mano che i contratti in essere arriveranno a scadenza, se la domanda di alloggi sarà elevata, i proprietari recupereranno con un aumento immediato dei canoni l’aggravio dovuto all’Imu. Nel caso di domanda fiacca, in ragione del pesante onere costituito dall’imposta, molto verosimilmente i proprietari non ritireranno i loro alloggi dal mercato e si accontenteranno anche di canoni che garantiscano rendimenti molto bassi. Ma se questa situazione di mercato dovesse protrarsi nel tempo, i bassi rendimenti scoraggerebbero gli investimenti, con conseguente contrazione dell’offerta di abitazioni in affitto e aumento della tensione sui canoni. A soffrirne sarebbero soprattutto gli investimenti delle persone giuridiche, che non possono cercare di recuperare redditività applicando la cedolare secca.
Man mano che i contratti in essere arriveranno a scadenza, se la domanda di alloggi sarà elevata, i proprietari recupereranno con un aumento immediato dei canoni l’aggravio dovuto all’Imu. Nel caso di domanda fiacca, in ragione del pesante onere costituito dall’imposta, molto verosimilmente i proprietari non ritireranno i loro alloggi dal mercato e si accontenteranno anche di canoni che garantiscano rendimenti molto bassi. Ma se questa situazione di mercato dovesse protrarsi nel tempo, i bassi rendimenti scoraggerebbero gli investimenti, con conseguente contrazione dell’offerta di abitazioni in affitto e aumento della tensione sui canoni. A soffrirne sarebbero soprattutto gli investimenti delle persone giuridiche, che non possono cercare di recuperare redditività applicando la cedolare secca.